Convento di San Michele in Isola - Venezia           

Convento di San Michele in Isola - Venezia

Presentazione

La presenza dei monaci camaldolesi sull'isola di San Michele è attestata sin dal 1212 ed arriva al primo decennio del secolo XIX. I monaci costruirono sull'isola una chiesa ed un eremo, che nel 1250 divenne monastero e verso la fine del secolo fu elevato ad abbazia. Dalla fine del Trecento sino a tutto il Quattrocento vi era attivo uno scriptorium dove numerosi monaci calligrafi e miniaturisti trascrivevano manoscritti da destinare alla biblioteca del monastero o alla vendita.
Nel 1434 venne istituita una scuola monastica con cattedre di studi umanistici, teologici e filosofici. Presso il monastero di San Michele vissero e lavorarono Fra' Mauro da Venezia (famoso cartografo morto nel 1459); il veneziano Nicolò Malerbi (1422-1488), editore della traduzione italiana integrale della Sacra Scrittura e il bresciano don Bernardino Gadolo (1463-1499), che stampò a Venezia nel 1495 presso l'amico ed editore Paganino Paganini un'edizione della Vulgata con glosse ordinarie e interlineari, con il commento del francescano Nicola da Lira.
Nel 1690 furono assegnati ai monaci molti libri provenienti dal monastero camaldolese di Santa Maria delle Carceri presso Este. Nel Settecento vi svolse un'intensa attività giornalistica don Angelo Calogerà (1699-1766) del quale va ricordato il periodico trimestrale Raccolta d'opuscoli scientifici e filosofici, stampato a Venezia a partire dal 1728. Nel 1755 il titolo del giornale venne cambiato in Nuova raccolta d'opuscoli scientifici e filosofici e vennero annoverati tra i collaboratori Lodovico Antonio Muratori, Fortunato Mandelli, Girolamo Baruffaldi e Gasparo Gozzi.
Giambenedetto Mittarelli (1707-1777), entrato in monastero quindicenne, vi completò gli studi, divenne lettore di filosofia e teologia, studioso di storia e bibliografia e pubblicò la storia dei camaldolesi dal 907 al 1764 nell'opera monumentale Annales Camaldulenses in nove volumi in folio. Grazie all'impegno di Mittarelli nella raccolta di manoscritti e libri rari, la biblioteca divenne fra le prime di Venezia. Egli ne realizzò inoltre un catalogo in cui descrisse 1212 codici e 668 incunaboli. Il successore di Mittarelli, Fortunato Mandelli, continuò con la stessa passione ad acquistare nuovi manoscritti e incunaboli e compilò l'elenco generale dei libri della biblioteca, corredato da un indice con un breve riassunto di ciascuna opera. Nel 1797 la biblioteca di San Michele possedeva circa 2352 manoscritti e 1203 incunaboli. Tra il Settecento e l'Ottocento don Placido Zurla (1769-1834) si dedicò alla filosofia e alla teologia, nel 1806 illustrò il planisfero di Fra' Mauro, nel 1818 pubblicò a Venezia l'opera Di Marco Polo e degli altri viaggiatori veneziani più illustri e, nel 1822 a Roma, Dei vantaggi dalla cattolica religione alla Geografia e scienze annesse. Va ricordata inoltre la figura di don Mauro Cappellari (1765-1846) il quale si dedicò alla filosofia e alla teologia e compose Il trionfo della Santa Sede e della Chiesa contro gli assalti dei Novatori combattuti e respinti con le stesse loro armi, pubblicato a Roma nel 1790.
Nel 1806 la consistenza della biblioteca era di circa 40.000 volumi e tra questi opere di grande pregio come la Bibbia impressa a Magonza nel 1462 da Giovanni Fust e Pietro Schöffer, ma già nel 1797, i francesi avevano inviato in Francia 20 incunaboli e altrettanti manoscritti oltre a un gruppo di 500 libri.
Nel 1810 il monastero fu soppresso e la biblioteca sigillata. Nell'anno successivo il patrimonio librario era ridotto a 17.454 volumi e a circa 2.000 opuscoli: 251 volumi furono prelevati e destinati all'Accademia delle Belle arti di Venezia ed altri 264 volumi comuni, 13 incunaboli, 12 manoscritti ed il planisfero di Fra' Mauro vennero trasferiti alla Marciana. Per il liceo di Santa Caterina furono ritirati dalla biblioteca di San Michele 959 volumi di materie scientifiche e letterarie. Altri volumi finirono alla Scuola del Genio di Modena, alla scuola di Marina di Venezia ed al Ministero della Guerra di Milano. Un buon numero di volumi fu trasferito a Roma nel monastero di San Gregorio al Celio per interessamento di Placido Zurla e Mauro Cappellari.
La biblioteca di San Michele in Isola fu riaperta dai frati Minori nel 1829. Il primo bibliotecario fu padre Sigismondo da Venezia, il quale si dedicò sino alla morte (1847) ad accrescere la raccolta di libri e di manoscritti, provvedendo anche alla loro catalogazione e contrassegnandoli tutti sul dorso colla sigla S.M. (San Michele) sormontata da una corona. Egli stesso li divise poi per classi e ne stilò l'indice alfabetico e numerico.
Nel 1865 il bibliotecario della Biblioteca Marciana, Giuseppe Valentinelli, visitando la biblioteca camaldolese potè contare circa 600 codici di opere dei monaci camaldolesi, circa 700 manoscritti dei secoli XIII-XV e 300 incunaboli, comprendendo probabilmente l'ex archivio camaldolese.
Il monastero ricevette anche alcune donazioni di libri, tra gli altri da parte di Tommaso da Cremona, Giorgio Attico di Atene, Giambenedetto Tassis, il cardinale Domenico Grimani. Arricchirono la biblioteca diversi fondi librari di altri conventi, come quello di San Bonaventura di Venezia, che contava ben 5.700 volumi, raccolti grazie all'attività dell'ultimo provinciale padre Arcangelo d'Ampezzo. Erano stati inoltre acquisiti i fondi appartenenti ai conventi di San Francesco del Deserto, Santa Maria delle Grazie di Valdagno, San Giuseppe di Vicenza, Santo Spirito di Feltre, San Francesco di Ceneda. Nel periodo che precedeva la requisizione demaniale del 1867, padre Crescenzio Curtarolo da Feltre, bibliotecario di San Francesco di Ceneda, possedeva una ricca libreria costituita dai libri appartenuti a Santa Maria delle Grazie di Conegliano. Padre Crescenzio era riuscito a trasportare circa 2.000 libri da Ceneda a Feltre presso il Seminario. Tra questi era presente un testo straordinario ed unico: il primo volume stampato in arabo del Corano, perfettamente conservato. Il suo possessore era uno studioso di lingue medio-orientali, Teseo Ambrogio degli Albonesi. Questa edizione, data per dispersa già nel secolo XVII, non risultava presente in nessun catalogo fino al 1810 quando fu contrassegnata sul catalogo di San Francesco di Ceneda nella sezione M. "Codices antique impressionis manuscripti, et gothici characteris" al numero 203 con l'indicazione "Alcoranus arabice impressionis". Don Girolamo Zendrin, monaco certosino, ereditò dal fratello don Vincenzo una rara collezione di vari opuscoli di prose e poesie e ne fece dono alla biblioteca. L'abate Francesco Molin donò nel 1830 un buon numero di opere "proibite", mai catalogate e ora conservate nel deposito dei libri doppi. Lasciò in eredità 345 volumi don Giuseppe Beltramello, ex riformato e parroco di Casier. Altre opere vennero donate nel 1847 da don Angelo Mondini e da don Giuseppe Viel. Nel 1840 i frati residenti acquistarono numerose opere ed opuscoli di soggetto storico, artistico e letterario dal somasco Giannantonio Moschini. Nel suo testamento (datato 17 giugno 1837) si legge: "Lascio al Seminario Patriarcale che conservasi per decoro e studio libri manoscritti, le stampe, le medaglie, le raccolte di monete, e ciò tutto che avessi e di cui non dispongo. Se la biblioteca del seminario di già possedesse, e della stessa edizione un qualche mio libro si dia questo alla biblioteca dei riformati in San Michele ai quali lascio tutta la collezione del Kempis sperando che si daranno cura di accrescerla, e un giorno di illustrarla a decoro della religione, dell'autore e al vantaggio della letteratura"; segue in data 3 giugno 1840 un nuovo codicillo "Li miei commissari si daranno sollecitudine di consegnare tutta inclusa la mia collezione di lettere originali di varie epoche e autori, ai PP. Riformati in S. Michele, i quali prima che siano passati quindici anni della mia morte non potranno darle a vedere, e a esaminare a chi sia per ragioni di tante convenienze".
Il bibliotecario padre Bernardino da Portogruaro nel 1847 pubblicò l'indice della collezione delle edizioni del De imitatione Christi di Kempis che annoverava 308 edizioni dal 1483 al 1845. Dieci anni dopo la raccolta era arrivata a 446 volumi e nel 1894 contava 465 edizioni. Con la soppressione italiana degli ordini religiosi del 1867 l'intera collezione fu prelevata dal convento di San Michele e trasferita presso la Biblioteca del Museo Correr, dove ancora è conservata. Dopo lunghe trattative l'11 ottobre 1847 la biblioteca aveva avuto in dono numerosi libri appartenuti a don Andrea Collosio, vicario della chiesa veneziana di San Benedetto, che possedeva anche la celebre edizione dei Concilii curata da Giovanni Antonio Mansi in 32 volumi stampati a Venezia da Antonio Zatta nel 1759.
Dopo il 1867, il padre guardiano presentò all'Intendenza di Finanza un elenco di 4.285 volumi e il Municipio entrò in possesso di quanto era stato denunciato. Il tutto venne incorporato nella Biblioteca del Museo Correr, dove furono trasferiti libri di carattere storico-artistico e la collezione di lettere autografe.
Nel 1869 venne richiesta l'apertura al pubblico della biblioteca di San Michele quale sezione staccata della Biblioteca del Museo Correr, il sindaco Dante Serego degli Alighieri intervenne il 9 gennaio 1886 comunicando che l'accesso alla Biblioteca comunale di San Michele non si dovesse conceder a nessuno se non con sua speciale autorizzazione. In questo modo fu mantenuta distinta la proprietà del comune da quella del convento.
Dopo questo periodo di difficoltà iniziarono nuove acquisizioni da parte del bibliotecario padre Gianfrancesco Ghedina da Venezia, il quale riordinò e classificò per materia circa dodicimila volumi. Nel 1908 furono acquistati circa 2.000 volumi dagli eredi di monsignor Giovanni Ghezzo; nel 1917 altri 4.850 vennero donati da don Agostino Catullo, cappellano del penitenziario femminile della Giudecca. Altre donazioni risalgono al 1912 per merito di Romolo Layet e di don Giuseppe De Cecco. Nel 1922 monsignor Giuseppe Chiussi donò alcuni manoscritti e numerosi volumi. Lasciò al monastero di San Michele tutta la sua biblioteca don Federico Longo, canonico del Capitolo di San Cipriano e cooperatore della parrocchia di San Pietro Martire di Murano. Altre 7.300 opere di teologia, archeologia, filosofia, apologetica e patristica furono donate da monsignor Ferdinando Apollonio arciprete della Basilica di San Marco: tra i titoli più importanti sono da citare gli Acta Sanctorum dei Bollandisti (in 66 volumi), affiancati dagli Analecta Bollandiana, che giungono fino al 1924, anno della morte di Apollonio. Questi libri sono sempre stati conservati separatamente, lungo le pareti delle sale della biblioteca, ed identificati con la dicitura Ex libris Ferdinandi Apollonii Basilicae Sancti Marci Archipresbyteri.
La biblioteca continuò ad arricchirsi con acquisti e donazioni, come quelle del padre Antonio Maria Vellico da Dignano d'Istria, del padre Ignazio Beschini da San Giovanni Ilarione e del padre Gianfrancesco Bovo di Monselice. La consistenza attuale della biblioteca è di circa 19.000 volumi a stampa, 10.000 opuscoli e un numero imprecisato di riviste. Le materie più rappresentate sono quelle d'argomento biblico, storico, letterario, agiografico, ascetico, teologico-dogmatico, morale e giuridico. L'ultimo bibliotecario di San Michele è stato padre Vittorino Meneghin nato il 22 marzo 1908 a Fener, nel comune di Alano di Piave (Belluno), morto a Venezia il 28 settembre 1993. A lui va il grande merito del completo rinnovamento del catalogo generale, tenuto sempre aggiornato schedando circa diecimila opuscoli e catalogando completamente la Biblioteca comunale. Padre Vittorino si preoccupò della valorizzazione del fondo dei manoscritti, degli incunaboli, delle cinquecentine e dei libri di pregio, allestendone i relativi cataloghi.

In seguito alla chiusura del Convento di S. Michele in Isola, l'intera biblioteca nel giugno del 2008, con il consenso della Direzione Beni Culturali della Regione Veneto è stata trasferita presso la Biblioteca di San Francesco della Vigna di Venezia.

Strumenti

I cataloghi disponibili in biblioteca sono:

- Registro dei manoscritti, organizzato per la prima volta da padre Vittorino Meneghin per un totale di 216 cartelle;
- Registro degli incunaboli, delle cinquecentine e di libri e di opuscoli, che per vari motivi sono da ritenersi di pregio;
- Catalogo dei volumi (risalente al 1957), opera del bibliotecario provinciale Francesco Tenderini, con l'aiuto di Vittorio Meneghin e Francesco Ferrari, arriva a 23.030 unità;
- Catalogo degli opuscoli, iniziato negli anni Quaranta e completamente rifatto e migliorato nel 1965, fino 1968 contava circa 10.229 opuscoli; nel 1970 la collezione era di 10.337 unità; attualmente sono 11.275;
- Registro dei periodici, dattiloscritto di Meneghin con aggiunte manoscritte;
- Catalogo della libreria di San Pietro Viminario;
- Catalogo della libreria di Santa Maria delle Grazie di Conegliano;
- Catalogo della libreria di San Francesco di Ceneda.

Il catalogo dei manoscritti redatto da padre Vittorino Meneghin è suddiviso in quattro sezioni: Codici, Autografi, Scritti vari e Carte e pergamene provenienti da San Giovanni Ilarione. I Codici sono 194, alcuni in volume ed altri sotto forma di fascicoli sciolti. Gli Autografi sono lettere sciolte, raccolte in quattro buste, che appartenevano alla collezione di lettere autografe donate dal canonico Giannantonio Moschini. La sua collezione di lettere menziona 1.674 personaggi, taluni celebri, come viene riportato sull'indice del codice VI – 34. Un gruppo di lettere erano dirette a padre Bernardino da Portogruaro e risultano anteriori alla sua partenza per Roma quale Procuratore Generale. Gli Scritti vari sono conservati nella busta n° 5 e sono carte e documenti di varia tipologia donati da un librario antiquario al padre Vittorino Meneghin. Le Carte e pergamene provenienti da San Giovanni Ilarione, contenute sulle buste 6, 7, 8, sono giunte nel 1955 a San Michele attraverso padre Ceciliano Soprana da San Giovanni Ilarione il quale le consegnò a padre Vittorino Meneghin.
L'intera biblioteca è stata recentemente trasferita presso il convento di San Francesco della Vigna.

Fondi catalogati in NBM

E' in corso di catalogazione l'intero fondo dei manoscritti.

Fonti

Venezia, Biblioteca nazionale Marciana, Archivio Marciano, fascicolo 168, Atti sulle librerie claustrali di Venezia dagli 1868 al 1871, 1868.
Venezia, Biblioteca del Museo Correr, Archivio Correr, fascicolo 39, Atti librerie claustrali – Libreria di San Michele al cimitero.
Venezia, Biblioteca del Convento dei frati minori di San Michele in Isola, Archivio provinciale:
- busta Biografie, fascicolo padre Sigismondo da Venezia;
- busta San Michele in Isola, fascicolo Biblioteca.
Venezia, Biblioteca del Convento dei frati minori di San Michele in Isola, Archivio di S. Michele in Isola:
- busta 7/A, fascicolo 7, Convento-Biblioteca (1845-1916);
- busta 7/A, fascicolo 7 bis;
- busta 7/A, fasc. VII bis, Biblioteca;
- busta 7/A, fascicolo II, Inventari;
- busta 7/A, fasc. VII bis, Libri regalati al convento o provveduti dallo stesso;
- busta 3, 3/7 mss., Autografi; fasc. 14/2, Mons. F. Apollonio, Bibliografia - Appunti per uno studio sull'Apollonio;
- Cronaca del Convento dei Frati Minori di S. Michele in Isola, vol. I, cod. ms. (secoli XIX – XX);
- busta 4, Autografi, Indice alfabetico delle lettere autografe compilate da P. Sigismondo da Venezia, ms. (prima metà del secolo XIX);
- Sigismondo da Venezia, Prefazione, ms. (1842);
- Storia della Provincia dal 1768 al 1856 scritta dai PP. Antonio M. da Vicenza e Bernardino da Portogruaro, ms. (secoli XVIIII – XIX);
- Catalogus religiosorum reformatae venetae defunctorum ab anno 17779; ms. (secoli XVIII-XIX).

Bibliografia

Pietro Antonio da Venezia, Historia serafica, overo cronica della Provincia di S. Antonio de' Min. Oss. Riformati, Venezia 1688.
G. Moschini, Della letteratura veneziana del secolo XVIII fino ai nostri giorni, Venezia 1806-1808.
E.A. Cicogna, Delle inscrizioni veneziane, Venezia 1824-1859.
E.A. Cicogna, Saggio di bibliografia veneziana, Venezia 1847.
Bernardino da Portogruaro, Notizie biografiche intorno al P. Sigismondo da Venezia, Venezia 1847.
B. Dal Vago, Indice delle edizioni del libro Delle imitazioni di Cristo che sono nella biblioteca dei PP. Francescani di S. Michele in Isola di Venezia, Venezia 1849.
Antonio da Vicenza, Scriptores Ord. Min. Strisc. Observ. Reformatorum Provinciae S. Antonii Venetiarum, Venezia 1877.
F. Apollonio-R. Gattinoni, Frà Gianfrancesco Ghedina, memoria bio-bibliografica, Venezia 1912.
P. La Cute, Le vicende delle biblioteche monastiche veneziane dopo la soppressione napoleonica, snt., estratto dalla "Rivista di Venezia" 10 (ottobre 1929).
T. Spimpolo, Storia dei Frati Minori della Provincia Veneta di S. Francesco, Vicenza 1933-1939.
V. Meneghin, Il P. Fedele da Fanna dei frati minori, Vicenza 1940.
V. Meneghin, S. Michele in Isola di Venezia, Venezia 1962.
A. Nuovo, Il corano arabo ritrovato, in "La Bibliofilia", 89 (1987), disp. III settembre-dicembre, 237-279.
R. Giraldo-M. Alessandri, Biblioteca del Convento di S. Francesco della Vigna a Venezia. Per il dialogo ecumenico, in "Chiesa oggi", 83 (2008), 54-57.

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I manoscritti del Convento sono conservati presso la Biblioteca di San Francesco della Vigna di Venezia

Indirizzo

San Michele in Isola
Cannaregio
30121 Venezia

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