Duomo di Santa Sofia - Lendinara           

Duomo di Santa Sofia - Lendinara

Presentazione

Dalla pieve di Santa Sofia di Lendinara dipendono storicamente le chiese di San Biagio, Villanova del Ghebbo, Costiola, Villa Longale (detta poi del Bornio) e di Ramodipalo.
E' documentata l'esistenza nel 1288 di un capitolo di canonici, residenti, fino alla metà del XV secolo, in una casa in via San Giuseppe, già via delle Grazie.
Nel Quattrocento Lendinara divenne centro religioso del territorio, accogliendo oltre alla chiesa, anche la sede vescovile e il collegio dei canonici.
Nel Cinquecento la chiesa si trovò in un grave stato di abbandono, il legato apostolico Carlo Carafa concesse il giuspatronato perpetuo della pieve, con edifici annessi e campanile, alla nobile famiglia veneziana Molin, la quale si impegnò a restaurarli. Nel 1566 la chiesa venne ricostruita e consacrata. Nel 1647 venne istituita presso Santa Sofia la confraternita del Santissimo Crocefisso; negli anni a seguire nonostante gli interventi di restauro e manutenzione da parte dei confratelli delle fraglie del Santissimo sacramento e del Crocefisso, la chiesa si trovò nuovamente in cattive condizioni, per l'incuria dei giuspatroni Molin-Minio.
Nel 1736 la chiesa ricevette un nuovo impulso durante il canonicato dell'arciprete Martinelli, provvedendo a una nuova copertura della chiesa, alla costruzione dell'altare maggiore del Santissimo Sacramento e di un nuovo organo. Lungo tutto il Settecento continuarono i lavori di ampliamento della chiesa e fu acquistato il terreno del cimitero adiacente.
Nel 1778 l'arciprete don Domenico Scipioni completò i lavori costruendo la nuova canonica, negli anni seguenti il cantiere realizzò le tre navate e la pavimentazione, la copertura della chiesa e la facciata, su progetto dell'architetto lendinarese don Francesco Antonio Baccari. Per la costruzione venne utilizzato materiale di spoglio proveniente dalla soppressa chiesa del Convento di San Francesco, la quale fu acquistata e demolita nel settembre 1785 dal nobile Paolo Minio. Tra le opere di maggior pregio provenienti da san Francesco vi è la tavola con la Madonna con il bambino e un angelo che suona il liuto, firmata e datata sul cartellino dipinto a destra, sul primo gradino del trono "Opus Dominici Mancini Venetjs p. 1511".
A questo periodo si potrebbe far risalire il trasferimento presso il duomo di Santa Sofia, di un corale proveniente quasi certamente dal Convento di San Francesco e prima ancora in uso presso i Padri Riformati di San Carlo di Padova, come testimonia la nota a c. 5r "Psalterium Choro Patrum Reformatorum S. Caroli Paduae dicatum, quod iubente A.R. Patre Egidio à Melo Lectore, Concionatore Generali, Ac Ministro Provinciali Exaravit F. Hieronimus à Feltria Die decima Maii. 1669". Padre Conti Egidio da Mel era ministro Provinciale e fu eletto a Conegliano nel 1668, fu visitatore generale, consultatore del Santo Ufficio, scrittore della storia della provincia dei Frati minori. Padre Girolamo da Feltre fu uno dei grandi maestri copisti dell'ordine, scrisse e miniò numerosi corali e fu maestro del grande copista padre Giovanni Marinali da Bassano.
Il corale è custodito presso il duomo di Santa Sofia, all'interno di una stanza dove si può ammirare anche la tela dipinta da Domenico Mancini e la Madonna con il Bambino in trono tra San Lorenzo martire e Sant'Antonio di Padova di Francesco Bissolo.

Fondi catalogati in NBM

E' catalogato in NBM il corale del secolo XVII.

Bibliografia

Il duomo di Santa Sofia nel bicentenario della consacrazione, Lendinara 1993.

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Indirizzo

Piazza Duomo
45026 Lendinara (Rovigo)
Tel. 0425-641006
http://www.parrocchie.it/lendinara/s.sofia/

Referenti

don Vittorio De Stefani

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